30 maggio 2020

Combattere lo spreco alimentare: i vantaggi della digitalizzazione

Introduzione

Che cos’è lo spreco alimentare? Si possono isolare quattro temi per inquadrare il tema dello “spreco del cibo” 1:

  • la disponibilità alimentare (produzione dell’intera filiera alimentare);
  • l’eccedenza (differenza fra quanto prodotto e quanto in realtà consumato);
  • lo spreco (quanto dell’eccedenza non viene recuperato per l’alimentazione);
  • il grado di fungibilità (misura la facilità con cui si recupera l’eccedenza).

Nella categoria dello spreco è incluso il cibo scaduto, quello rovinato e quello che viene rifiutato da rivenditori e consumatori. Di seguito verranno citati alcuni dati sullo spreco alimentare; si metterà poi l’accento sulla necessità di soluzioni digitali per ridurre le quantità di spreco; infine, si parlerà di Wenda, una startup italiana supportata da investitori europei che per il tracciamento avanzato della supply chain offre un Information Management Hub utilizzato dagli attori principali del Food&Beverage, migliorando qualità, logistica e vendite.

I numeri dello spreco alimentare 

Secondo dati FAO2, ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare, per un valore pari a 750 mld $. È un quantitativo immenso, che corrisponde a circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti.

Il 58% del cibo prodotto è sprecato prima di arrivare al consumatore, e quasi il 20% della perdita globale di cibo è dovuta all’interruzione della catena del freddo. Nell’UE, circa 88 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate annualmente, con costi pari a 143 mld € e, se non si prenderanno dei provvedimenti, lo spreco alimentare potrebbe superare le 120 milioni di tonnellate entro il 2020.

Inoltre, il 20% dello spreco alimentare a livello globale è causato da problemi nella fase della cold-chain (il motore viene spento, gli operatori logistici non rispettano al 100% le prescrizioni HACCP, il guidatore si ferma sotto il sole, …).

In Italia il trend non sembra differire: lo spreco alimentare vale oltre 3,5 mld € ogni anno, passando dai campi (946.229.325 €) alla produzione industriale (1.111.916.133 €) agli sprechi nella distribuzione (1.444.189.543 €): una cifra che, sommata allo spreco alimentare domestico, ci porta a oltre 15,5 mld € gettati via ogni anno (lo 0,94% del PIL)3.

Lo spreco alimentare produce un grande spreco di risorse quali acqua, terra, energia, lavoro e capitale, e genera inutilmente emissioni di gas serra, contribuendo al riscaldamento globale e al conseguente cambiamento climatico. Nei Paesi a medio e alto reddito, il cibo viene sprecato principalmente nelle ultime fasi della supply chain, mentre il comportamento dei consumatori assume un’importanza fondamentale.

Lo studio della FAO sopracitato identifica la mancanza di coordinazione tra attori della supply chain come uno dei fattori principali di spreco alimentare: accordi tra coltivatori e importatori, campagne di awareness tra industrie del settore, retail e consumatori, attivazione di processi di riuso e disseminazione di soluzioni digitali sono alcune delle misure raccomandate per ridurre gli sprechi.

Qui ci concentreremo sul potenziamento delle supply chain attraverso servizi e soluzioni digitali.

I vantaggi della digitalizzazione

Uno degli elementi chiave per abbattere lo spreco alimentare è da individuare nel miglioramento dell’efficienza delle supply chain: soluzioni digitali per la gestione della supply chain permettono un miglior allineamento tra domanda e offerta, rendono le transazioni più efficienti, potenziano la tracciabilità degli sprechi e danno la possibilità di effettuare un pricing dinamico basandosi sul calcolo della shelf life residua.

Secondo BCG4, l’adozione diffusa di soluzioni digitali potrebbe portare a un risparmio annuale di 120 mld US$. Oltre a queste considerazioni, siccome gran parte degli sprechi è dovuta a cattive condizioni di conservazione del prodotto, scarsa tracciabilità alimentare, danni subiti durante il trasporto o mancato adempimento delle best practice in fase di movimentazione logistica, le aziende stanno adottando soluzioni digitali per fornire risposte convincenti a questi problemi.

Secondo una ricerca5, oggi la rivoluzione digitale interviene in maniera sostanziale per garantire tracciabilità alimentare alle filiere, riducendo gli sprechi, aumentando i ricavi e rendendo più efficienti i processi: il 36% delle aziende agroalimentari, grazie all’implementazione di soluzioni digitali, ha riscontrato una riduzione dei tempi e dei costi legati ai processi di raccolta, gestione e trasmissione dei dati.

In questo scenario, vediamo una crescita costante del valore globale delle cold-chain, che entro il 2022 arriveranno a un valore totale di 271,3 mld $, con un CAGR del 7%, mentre per le soluzioni IoT relative alla tracciabilità alimentare si raggiungerà entro il 2020 una spesa totale di 250 mld $, 40 dei quali nel singolo campo dei sistemi di tracciabilità per la logistica, con un CAGR del 30%.

Un altro elemento da considerare è lo scarso accesso a dati di tracciabilità, qualità e origine del prodotto. Attualmente, le grandi aziende del settore si muovono in questa direzione: ad esempio, Maersk6 – la più grande azienda al mondo nel campo delle spedizioni via container – ha selezionato Wenda7 tra le migliori 10 startup al mondo che si occupano di contrastare lo spreco alimentare.

Wenda: information management hub per le supply chain del Food&Beverage

Wenda, una startup italiana supportata da investitori europei, è riuscita a rilevare in anticipo la necessità di utilizzare servizi e soluzioni digitali per la riduzione dello spreco alimentare, e ha creato un Information Management Hub per il tracciamento avanzato della supply chain utilizzato dagli attori principali del Food&Beverage, che migliora qualità, logistica e vendite.

Si tratta di una piattaforma web che può supportare tutti gli attori del Food&Beverage che operano con prodotti deperibili o sensibili: in ogni box, pallet o container di una qualsiasi spedizione vengono inseriti dei data logger per raccogliere i dati ambientali (geolocalizzazione, temperatura, integrità alimentare); i dati vengono trasmessi al Wenda Information Management Hub, la piattaforma web che li aggrega, li confronta e li elabora.

Successivamente, si può seguire in tempo reale e da un singolo punto di controllo lo stato di salute del prodotto tramite analitiche di integrità avanzate incorporate nello Hub, venendo a conoscenza dei punti critici nella catena distributiva, assicurando la migliore cura del prodotto e potenziando i processi interni. In questo modo, si avrà una visibilità end-to-end della supply chain per garantire trasparenza, massimizzare la shelf life dei prodotti e aumentare l’efficienza in eventuali campagne di recall: produttori, distributori e rivenditori potranno diminuire sostanzialmente le perdite e ridurre notevolmente lo spreco alimentare, che oggi appare inaccettabile.

Come sostiene il direttore generale uscente della FAO, José Graziano da Silva: “Noi tutti – agricoltori e pescatori, industrie di trasformazione e supermarket, governi locali e nazionali, consumatori individuali – dobbiamo effettuare dei cambiamenti in ogni passaggio della catena alimentare umana per evitare che si verifichi lo spreco alimentare, puntando al riuso e al riciclo quando non ci riusciamo. Non possiamo permettere che un terzo della produzione alimentare mondiale  vada sprecato per via di pratiche non appropriate, quando 870 milioni di persone al giorno non hanno un pasto.”

Per qualsiasi informazione, per saperne di più su chi siamo, o per prenotare una demo con il Wenda Information Management Hub, invitiamo a visitare il nostro sito web: https://www.wenda-it.com/.